Ermanno Cola  (Faenza 1924 - 1993)

 

 

Cresciuto fin da ragazzo all’ombra del campanile della parrocchia di S.Ippolito (Faenza) ove il teatro ha sempre funzionato (solo al maschile). Buono e sempre disponibile, con uno spiccato senso dell’umorismo, sapeva cogliere con estrema facilità il lato comico di ogni avvenimento.

1943 – Militare internato in Germania. Rientra nel 1944.

1951 – Entra in ferrovia, a Milano, poi viene trasferito a Faenza.

Negli anni ’50 presso la parrocchia di S.Ippolito, venne fondata la S.P.E.M (Società Polisportiva Ebro Masotti) che comprendeva fra le sue attività: calcio, ciclismo, pallavolo, sport in genere, ma anche teatro.

1957 – E’ l’ideatore del Palio del Niballo, di Faenza, che vedrà la prima edizione nel 1959.

1967 – Partecipa, e vince, alla trasmissione “Il gambero” di Enzo Tortora

 “Il teatro ha rappresentato molto nella sua vita", sappiamo dalla testimonianza della figlia Maria Luisa. Dopo alcune esperienze teatrali giovanili, in qualità di attore presso la parrocchia Sant'Ippolito, poi con la compagnia dialettale del Dopolavoro Ferroviario di Faenza, scrisse ed interpretò la sua prima commedia: "So e zò pr'al schël" (1961). Seguirono numerose altre commedie comiche e una ventina di farse. Ha prodotto quasi esclusivamente lavori in dialetto, anche se possessore di una biblioteca ricca di testi teatrali, classici e moderni (Goldoni (Cechov, Ibsen) che leggeva e rileggeva con immenso piacere. Tra le commedie più conosciute e rappresentate, ricordiamo "E' pizgòr dla nubilté", "L'amór l'è fat pr'i zuvan", «Azidenti a cla méla!", "E' vér amòr: una bòta e un fior", "Si dè", "Quanti che finess l'inste", "L'albérgh dia pagnòca", "La vecia cun e' baston", "Un brànch ad pigur mati", "E' pascià dia Valverda", "L'ufezi dla ròba pérsa", "Crema e suzeza".

 Ermanno Cola merita di essere ricordato anche per la produzione poetica dialettale: "I fiur de' mi Ort' (1976), "Cento sonetti romagnoli" (1988), "I curièndul", pubblicato postumo nel 1994. Conoscitore, cultore ed estimatore del dialetto, riteneva che dovesse essere insegnato nella scuola.

Il dott. Spada di Conselice in occasione della consegna del S.Martino d’oro, premio di poesia, a Ermanno Cola lo definisce: "il miglior autore di sonetti oggi esistente".

Alla fine le commedie scritte da Cola risultano 33 di cui 15 atti unici. Le sue commedie sono state tradotte in romanesco, lombardo, toscano, veneto e valtellinese.

Questo il suo motto : FAR RIDERE E’ FARE DEL BENE.  “ U j è tanti manir par fè de bèn. Par me e mi bèn l’è quel d’fè divartì, l’è un gost cha me so squert ch’a sèva znèn e am so perfeziunè cun e padì.”  

a cura di Giorgio Barlotti