IL DIALETTO E LE GIOVANI GENERAZIONI

- LA CUMPAGNI’ DLA ZERCIA DI FORLI’ porta i giovani studenti a teatro-

 

C’è stato un periodo in cui si pensava che il dialetto avesse fatto il suo tempo ed andava, perciò, estirpato.

Quei tempi ce li siamo oramai lasciati alle spalle ed è in atto una inversione di tendenza che sembra far recuperare credito al dialetto ed alla cultura di cui è portatore. Comincia a farsi largo la convinzione che la formazione culturale dei giovani può giovarsi del valore in più che la comunicazione dialettale può trasmettere, così non stupisce più di tanto l’appello-invito rivolto alle mamme da una associazione quale La “Schűrr ”  affinché non disdegnino di parlare anche in dialetto coi propri piccoli...

Tra le tante iniziative volte alla salvaguardia ed al mantenimento del dialetto vi è da segnalare il lavoro svolta dalla “Cumpagnì dla zercia” in campo teatrale. Un impegno assiduo che ha avuto il merito di rompere un muro che si era creato in tutti questi anni: il rapporto tra dialetto e giovani.

La prima esperienza in tal senso si è avuta un anno fa ed è consistita nel proporre uno spettacolo teatrale agli studenti del Liceo Scientifico di Forlì. L’iniziativa ha lasciato il segno ed un anno dopo, la storica compagnia forlivese in collaborazione con la fondazione “Cassa dei risparmi di Forlì” ha ritrovato l’interesse ed il credito delle classi del liceo cittadino per ripetere l’esperienza.

Con una novità migliorativa. Lo spettacolo vero e proprio è parte integrante di un piccolo laboratorio sul dialetto, condotto in collaborazione con la fondazione “ Schurr” , secondo il quale è previsto un incontro introduttivo con le classi interessate circa la struttura lessicale del dialetto (insospettate radici in comune con la lingua latina verranno evidenziate) per finire, al termine della mattinata dello spettacolo, con un dibattito-confronto tra studenti e insegnanti con l’autore, il regista e gli attori che hanno allestito lo spettacolo. Tutto questo sabato 23/11/02 presso il teatro “Il Piccolo” alle ore 10.

Il lavoro presentato agli studenti, “La strè vécia par la nôva”, di Paolo Maltoni, è la rappresentazione di un momento altamente significativo sul cambiamento avvenuto in Romagna, e nell’Italia in generale, negli anni del boom industriale che hanno visto la fine di una società basata prevalentemente sull’agricoltura a favore di una società di tipo industriale.

Tutto questo in dialetto e in ambito scolastico: un riconoscimento di dignità verso la nostra lingua che è, insieme, anche un augurio di lunga vita nonostante le globalizzazioni in atto.

 

 

Giorgio Barlotti        18 Novembre 2002